Ricordi intorno alle Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848) by Luigi Torelli

Ricordi intorno alle Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848) by Luigi Torelli

autore:Luigi Torelli [Torelli, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-07-07T22:00:00+00:00


CAPITOLO DODICESIMO

Narrazione particolareggiata dell'avvenimento nella Canonica di S. Bartolomeo nella mattina del 21 marzo.

Se l'avvenimento del Genio era quello che più d'ogni altro mi stava a cuore di decifrare, esso non era però il solo del quale desiderassi uno schiarimento. Un altro ve n'era al quale non avevo preso parte diretta, ma che assai mi stava a cuore per la sua complicazione, per le molte e svariate versioni che n'eran corse e perchè toccava da vicino persone che avevo appreso a stimare per la loro condotta. Alludo al fatto avvenuto il 21 marzo nella canonica di S. Bartolomeo. Che cosa era stato di quei bravi giovani che io visitai coll'Anfossi sul campanile? Si era parlato di massacri di sacerdoti, ridotti poi ad uno solo; ma quali vicende aveva passato il parroco che ci aveva accolto con tanta benevolenza, e poi che cosa eravi di vero in quella voce di un soldato ferito sul campanile? Per chiarirmi di tutto questo, pensai di recarmi direttamente presso quel parroco e d'interrogarlo in proposito.

L'indomani delle esequie celebrate in Duomo per i morti nelle cinque giornate, io andai alla canonica di S. Bartolomeo, e chiesi del parroco. — È in casa, mi risponde la servente, ed annunciato che vi era una persona che desiderava parlargli, apre l'uscio d'un salottino a pian terreno, e mi invita a passare. Il parroco mi viene incontro, ma io mi fermo sulla soglia, e prima di passarla gli chieggo se mi riconosce.

Il parroco esitava: pareva propendesse più per il no che per il sì, quando la servente, miglior fisionomista: — Io sì, esclama, che lo riconosco; è quello che è stato qui coll'Anfossi quella notte che sono andati sul campanile.

Il buon parroco mi stese allora la mano, ma con tale atto di confidenza come fossimo vecchi amici, e mi invitò a sedere.

— Signor parroco, gli dissi, Ella deve perdonare la mia curiosità, ma tante ne dissero intorno ai fatti avvenuti nella sua casa e nella sua chiesa, che io mi sono preso la libertà di venire da lei per sapere che cosa havvi di vero.

Quel parroco (o coadiutore, perchè S. Bartolomeo era chiesa sussidiaria a S. Francesco da Paola), chiamavasi don Giovanni Lega. Egli soddisfece pienamente alla mia curiosità, facendomi un racconto che ascoltai attonito senza proferir motto, ma che poi, per parte mia, fu seguìto da non so quante dimande ed esclamazioni ed atti di meraviglia. Io credo d'essere rimasto seco lui poco meno di due ore, tanto mi interessò il suo racconto, e assieme commentammo quei fatti.

Io cercherò ora di darne un sunto a' miei lettori. Con ciò io faccio, in realtà, un'eccezione alla norma fondamentale di questi miei Ricordi, che è quella di non narrare che fatti de' quali io posso garantire personalmente la verità, perchè avvenuti sotto i miei occhi, ma quest'eccezione mi verrà indubbiamente perdonata, perchè anzitutto il narratore non era persona da alterare la verità, nè aveva ragione alcuna per ciò fare, ed altresì pel motivo importante che non si tratta di fatti avvenuti



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